#fare attenzione
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mostro-rotto · 10 months ago
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State molto attenti quando qualcuno usa ciò che sa su di voi per cercare di portare via ciò che c'è di buono in voi.
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ragazzoarcano · 3 months ago
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“Il tuo peggior nemico non può farti del male tanto quanto i tuoi stessi pensieri.”
— Buddha
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affogonellamarmellata · 2 years ago
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anon con la gamba rotta > GRAZIE PER IL RIASSUNTO!! Avevo indeed visto la giacca di pelle e infatti chiedevo proprio per quella tbh... spero che il film esca prima o poi in streaming (o di nuovo in sala, sperando che io non sia sempre azzopata) perché voglio assolutamente recuperarlo. Oddio ora sono curiosissima per il finale, se non ti va di spoilerare in pubblico però lo capisco (al massimo mi de-anonizzo e mando un dm?)
NESSUN PROBLEMA ANON e guarda re: giacca di pelle del signor antonio di martino ti capisco proprio ma proprio tanto, gli sta bene in una maniera da non credersi.
Ti metto il finale spiegato e spoilerato sotto un cut nel caso in cui all'ultimo decidessi di non leggerlo: tieni conto che il film verrà sicuramente ma proprio al 100% portato sulle piattaforme streaming, su sky e prime, visto che entrambi hanno collaborato/sono sponsor del film! Per le tempistiche probabilmente ci vorranno un paio di mesi o poco più.
Comunque qua sotto trovi il finale:
Eh. Il finale.
Si scopre che non c'era nessun libro da scrivere sulle leggende siciliane, era tutta una scusa per convincere Lorenzo a fare un viaggio con Antonio, viaggio nel quale Lorenzo stesso ha dovuto confrontarsi con tre personaggi che gli hanno messo davanti i suoi grandi problemi e traumi della vita (che si possono sintetizzare in: catholic guilt, l'amicizia perduta di antonio con relativa litigata, il rapporto con suo padre) (Lorenzo Urciullo ha proprio detto, userò questo film per fare terapia e voi potrete solo stare a guardare) (King).
Il viaggio in coppia e la terapia d'urto su Lorenzo è parte di un rito di rinascita che Antonio, membro della setta dei semeniti, sta facendo: Lorenzo senza saperlo sta coprendo il ruolo del Testimone, ovvero la persona più cara della vita di chi ha intenzione di compiere il rito e che dovrà poi assistere al compimento dello stesso (LETTERALMENTE ANTONIO DICE ESPLICITAMENTE A LORENZO CHE E' LA PERSONA PIU' IMPORTANTE DELLA SUA VITA, TESTUALI PAROLE ARGHH) .
E arriviamo al rito.
In brevissimo: Antonio diventa un albero.
Viene calato in una buca con in bocca un seme di mandorlo e niente. Muore e al suo posto nascerà un albero.
E' una cosa devastante oltre ogni dire, perchè appena lo scopre lorenzo SI INCAZZA e lo vuole portare via, ma antonio punta i piedi e rimane mentre lorenzo si allontana, poi il giorno dopo, mentre antonio sta per essere calato nella buca, torna lorenzo con in mano il seme del mandorlo (che gli era stato dato il giorno prima in quanto Testimone) e lo dà ad Antonio che se lo mette in bocca, dicendogli una frase tipo "con te ho già sbagliato una volta, questa volta sono qui per te e rispetto le tue scelte" (mooolto parafrasato, non ricordo assolutamente le parole precise ma il sento era questo) (grandi pianti).
Stacco con la scritta "5 anni dopo" e vedIAMO UNA BAMBINA SU UN'ALTALENA APPESA AL RAMO DI UN MANDORLO e Lorenzo che la fa scendere dicendo che lo Zio Antonio (PIANTI GROSSI) ora è stanco di giocare e devono tornare a casa. Ma prima di raggiungere la figlia che lo aspetta in macchina, Lorenzo va dietro al mandorlo, si cala la zip, e fa pipì sul tronco.
Poi sale sulla macchina, che è sempre la stessa con cui ha fatto il viaggio per la Sicilia con antonio (quella arancione del poster, si chiama Lazzaro e mi ci sono affezionata come fosse figlia mia) e parte.
Fine.
E' una cosa che ancora devo io per prima elaborare bene e anzi anon grazie per avermi dato occasione di scriverti il finale perchè davvero forse mi ha aiutato ad elaborarlo. wowie.
Mi auguro tantissimo che tu riesca a vederlo almeno in streaming perchè è un'Esperienza, e grazie ancora per la ask, se vuoi sapere altro mi trovi sempre qui!! i colartino mi riempiono la testa a tempo pieno!!!!
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silviaaquilini · 2 years ago
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angelap3 · 1 month ago
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“Non chiamateci guerrieri, non abusate della magniloquenza del ‘sta lottando come un leone’, non gonfiate il petto con il ‘non arrendersi mai’, rivolto a chi si aggrappa con tutte le sue forze alla speranza che il cancro non prenda il sopravvento.
Così, bellicosi come apparite, non ci fate del bene, non ci incoraggiate, anzi, aggiungete angoscia ad angoscia.
Morire sarebbe una resa?
Soccombere significa non aver guerreggiato bene?
Dove si sbaglia?
Che tattica avremmo dovuto usare? Forse al dolore bisogna aggiungere l’umiliazione di una battaglia campale condotta male?
Sappiate che soffrire per scacciare l’ospite indesiderato, come lo chiamava con una sensibilità che ancora mi commuove Gianluca Vialli, non è come ne “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman dove Max von Sydow gioca a scacchi con la morte.
E, se sbagli la mossa del cavallo, allora meriti la sconfitta definitiva?
Il cancro ha fatto scacco matto.
La ‘guerra’ contro il cancro è, piuttosto, una sequenza di notti insonni, di paura quando entri nel tubo della risonanza magnetica o della tac, del terrore di guardare negli occhi chi ti ha appena fatto un esame, di gioia se quegli occhi esprimono soddisfazione.
Un altro ostacolo superato, tra un po’ ne arriverà un altro.
Una ‘guerra’ fatta di attese, sofferenze - sono i farmaci - debolezza, dove sai che la tua volontà è importante, ma non è l’arma determinante, e che invece degli squilli di tromba di chi ti esorta a fare il gladiatore, chi si sta impegnando allo spasimo per uscirne vivo avrebbe bisogno di affetto, di vicinanza, di attenzione, di ascolto, di non essere lasciato solo, di vita, e ha bisogno di oncologi che sono sempre più bravi, della scienza che continua a mettere appunto cure sempre più efficaci e plurali.
La ‘guerra’ la fa la ricerca condotta da eroi e spesso trascurata da chi ha le redini dell’autorità pubblica.
Lo dico per fatto personale.
Scusate l’impudicizia, ma non ne potevo più.”
Geppi Cucciari
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comefiorineldeserto · 1 year ago
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È un altro livello di attenzione quando qualcuno si ricorda che dovevi fare una cosa importante e ti chiede com’è andata, se ce l’hai fatta, se è andato tutto bene.
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scogito · 1 month ago
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Chiediti perché ti addestrano a non giudicare?
In generale è la prima cosa che i paraguru fanno, per questo parlo quasi sempre di discernimento e dico altrettanto spesso di fare attenzione agli "spirituali" (che il più delle volte sono maschere del Sistema).
Stamattina stavo pubblicando due righe sul non-giudizio, ma questo scritto è già chiaro, semplice e conciso, senza aggiungere altro.
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falcemartello · 2 months ago
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Conservare dati sul computer di casa o su unità di memoria portatili senza crittografia espone a diversi rischi e non è una buona prassi per un cittadino dell'Era Digitale.
Ci sono diversi motivi per cifrare le unità di memoria:
Protezione in caso di furti o perdite: la crittografia dell’unità di memoria garantisce che, anche se il tuo notebook ti viene rubato o lo perdi in viaggio, i dati rimangono inaccessibili.
Protezione in caso di sequestro e ispezione: la crittografia del disco è anche utile in caso di sequestro o ispezione del dispositivo da parte delle autorità, ad esempio in dogana.
Riparazione Hardware: in caso di malfunzionamenti hardware e invio del computer in assistenza la cifratura dell’unità impedisce l’accesso ai dati ai tecnici (l’alternativa è rimuovere le unità di memoria prima di inviarlo in assistenza).
Smaltimento sicuro: la crittografia può essere un mezzo in più per rendere i dati inaccessibili in caso di smaltimento del supporto di memoria (sempre preferibile la distruzione fisica).
È anche molto utile quando si viaggia, ma occorre fare attenzione alle leggi sulle "mandatory key disclosure".
Matte Galt
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canesenzafissadimora · 7 days ago
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L'altro giorno, ero al supermercato a fare la spesa intorno alle 18:30 quando un uomo anziano è entrato nel corridoio della pasta e mi ha messo una mano sulla spalla. Ho sobbalzato. La mia prima reazione è stata quella di arrabbiarmi e chiedergli di non toccarmi. Poi ho notato qualcosa. L'uomo stava piangendo. Sembrava sconvolto e confuso.
Improvvisamente mi ha chiesto: "Sai dov’è mia moglie? La sto cercando." Gli ho risposto che non lo sapevo e gli ho suggerito di chiedere aiuto al banco informazioni per trovarla. Pensavo che l'avesse persa tra le corsie. A chi non è mai capitato? Ma mi sbagliavo.
Ha continuato a chiedere: "Dov'è mia moglie? Era proprio qui." Le lacrime gli riempivano gli occhi. Gli ho detto di nuovo che non ne ero sicura e gli ho proposto di accompagnarlo al banco del servizio clienti, dove avrebbero potuto fare un annuncio tramite gli altoparlanti. Ha accettato.
Lì, la donna al banco ha chiesto un nome. Lui mi ha guardato, come se fossi io ad avere la risposta. La donna ha alzato gli occhi al cielo e si è rivolta a me: "Signorina, ha IL NOME?" Le ho spiegato che non conoscevo quell'uomo e che non avevo più informazioni di lei. "È uno scherzo?" ha chiesto. A quel punto mi sono resa conto che quell'uomo non era semplicemente confuso, ma affetto da Alzheimer. Avendo avuto un nonno con questa condizione, lo riconoscevo fin troppo bene.
L'ho portato all'area ristoro e ci siamo seduti. Ora tremava e piangeva piano. "Dov'è il mio amore?" Gli ho preso le mani e gli ho chiesto se avesse un cellulare. Mi si spezzava il cuore per lui. Mi ha detto che non ne era sicuro, così gli ho chiesto se potevo cercare nelle sue tasche. Ha acconsentito. Con attenzione, ho trovato un piccolo cellulare a conchiglia. Ho cercato tra i contatti e ne ho trovato uno chiamato "Figlia Krissy". L'ho chiamata subito. Ha risposto in pochi secondi.
"Pronto?" ha detto, con la voce già preoccupata. Le ho spiegato che ero con un uomo anziano che presumibilmente era suo padre. Che eravamo al supermercato di Lane Street e che lui era molto sconvolto e turbato.
"Sto arrivando," ha detto. "Puoi assicurarti che non si allontani?" Ha continuato: "Grazie, grazie mille. Sto venendo."
Per circa 20 minuti, sono rimasta seduta con uno sconosciuto in lacrime. Gli ho tenuto le mani. Gli ho asciugato le lacrime. Quando ha tremato, gli ho messo la mia giacca in grembo. Gli ho dato le risposte di cui aveva bisogno in quel momento. L'ho tenuto lontano dal vagare. Perché era il minimo che potessi fare.
Improvvisamente, è entrata una giovane donna alta, che sembrava avere circa 28 o 29 anni. Lunghi capelli neri e occhi verdi. Ci siamo scambiati uno sguardo e lei si è precipitata verso di noi. "Grazie. GRAZIE," ha detto. "Dovevo assentarmi solo per un'ora, e questo succede. Sapevo che non avrei dovuto lasciarlo. Mi dispiace tanto." Mi ha spiegato che a volte lui si allontana per cercare sua moglie. L'ha persa 13 anni fa, ma non smette mai di cercarla.
Ha aiutato suo padre ad alzarsi dalla sedia e mi ha ringraziato ancora una volta. Mentre uscivano, l'ho sentito dire di nuovo: "Dov'è mia moglie?" Mi si è stretto il cuore, ma ero così felice di vederlo con la sua famiglia di nuovo.
Condivido questa storia non solo perché quest'uomo mi ha toccato il cuore, ma per dire questo: La maggior parte del mondo sono estranei per te. Lo so. Ma non dimenticare mai che condividiamo tutti questo mondo e, in esso, possiamo condividere gentilezza. È l'unica cosa che può farci andare avanti. Se vedi qualcosa, fai qualcosa. Non sai mai quanto grande può essere il tuo impatto sulla vita di qualcun altro.
Non mi importa che il carrello della spesa che avevo lasciato nel corridoio della pasta durante il trambusto sia stato svuotato e messo a posto. Non mi importa di aver cenato un po' più tardi quella sera. Di essere tornata a casa e di aver pianto in cucina per questo dolce, povero uomo. La gentilezza non costa nulla.
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occhietti · 5 months ago
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"COCCOLARE"
trattare con TENEREZZA.
È quasi più complicato che fare l’amore.
Perché prevede intimità d’animo e affetto e attenzione per l’altro.
Richiama le nostre parti fragili e bambine di cui spesso ci vergogniamo, ma che tutti - a qualsiasi età - conserviamo in qualche angolo di noi.
Una coccola è una bella parola, un abbraccio, un pensiero, un regalo inatteso, un messaggio di buonanotte, un cioccolatino sul tavolo, un fiore nel vaso, un invito a cena, un "sono qui" o "puoi contare su di me", un "arrivo subito" o...
Non vergogniamoci di desiderare coccole o di dispensare coccole: il vero patrimonio dell’umanità è dentro di Noi.
༺ ❤️ ༻
- Letizia Cherubino, Se non t’incontro nei sogni, ti vengo a cercare
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orotrasparente · 3 months ago
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comunque io penso sinceramente che il mio grande problema esistenziale è che cerco di essere onesto il più possibile, a me non piace prendere per il culo la gente, se non mi piaci/non mi vai a genio/non ti voglio fra i piedi lo capisci o te lo dico, non sono bravo a fare sorrisetti e commentini finti, non sono abbastanza scaltro e furbo da ammaliare le persone con frasi e comportamenti che non mi appartengono e sinceramente arrivato a 26 anni ho capito che invece, incredibile, alle persone piace questo, a tutti piace sentirsi dire quanto siamo belli, buoni, bravi, tutti vogliono essere rassicurati da frasi e frasette che non contano niente, “voglio stare con te per sempre” “voglio che tu sia la madre/il padre dei miei figli” “ti sposerò” e tutte ste fregnacce che contano quanto il due di coppe a scopa, poi quando non trovano seguito nei fatti rimanete a sbattere la testa contro il muro pensando al perché vi siete fatti intortare così e la cosa più assurda è che le persone che hanno questo “talento” di saper manipolare effettivamente gli altri sono quelle che ottengono maggiori riscontri e successi, però sai cos’è? che io preferirei veramente restare solo e morire solo piuttosto che mettermi a fare la pecora solo per acchiappare qualche attenzione, perché alla fine credo anche che non tutti siano rincoglioniti e qualcuno che cerca la sincerità c’è ancora
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ragazzoarcano · 1 year ago
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“La sensibilità estrema costringe ad un'attenzione minuziosa. Chi ha l'anima sotto la pelle fa caso al tono, all'espressione dello sguardo e alla postura del corpo che accompagnano le parole. Chi vive così, non passa sopra le cose, le attraversa sempre.”
— Paola Felice
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angelap3 · 5 months ago
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C’è un metodo infallibile per gestire gli idioti
Io nel corso della mia vita ne ho ricevute tante ma proprie tante di critiche. Mi ricordo che quando iniziai a cantare per la prima volta alcuni mi dissero che non avevo talento! Poi quando arrivò il successo ci furono quelli che iniziarono a criticarmi per le mie canzoni, troppo sentimentali, troppo ottimiste, troppo pessimista, troppo mediocri! Con il tempo però ho capito una cosa.
Non è obbligatorio rispondere a tutti, non è obbligatorio parlare con chiunque, non è obbligatorio lasciarsi trascinare in conversazioni brutte. Quando hai davanti un idiota, ricordati di fare una cosa: respira. Ricordati chi sei, da dove vieni, dove stai andando. Ricordati di respirare quando la vita corre, quando hai fretta, quando gli spazi intorno sembrano diventare stretti. Respira prima di parlare, che le parole hanno un gran bisogno di aria pulita. E soprattutto concediti un lusso che oggi conoscono in pochi: il lusso del silenzio.
Il silenzio non è vuoto, ma è pieno di risposte. È solo quando riesci a tacere. evitando discussioni inutili, che mostri la tua intelligenza e la tua saggezza. Come diceva il grande De Crescenzo: «Tacere non significa che io non abbia niente da dire, o che quello che vedo mi sta bene. Il mio tacere vuol dire: «Ho capito chi sei e non vali nemmeno la mia attenzione.»
Roberto Vecchioni.
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raccontidialiantis · 6 days ago
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Ti scrivo: “preparati e vieni qui”
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Mi devi obbedire. Ricorda sempre che tu sei un semplice strumento di voluttà, per me. Quando ti contatto, qualsiasi cosa tu stia facendo tu trova una scusa e corri a casa mia: siamo vicini di pianerottolo, dopotutto. Perché devi essere sempre pronta per me. E appena arrivi, dovrai disporti subito nella posizione più opportuna, per offrirmi rapidamente qualsiasi parte del corpo io ti chieda per ottenere il mio egoistico piacere.
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Se ti ordino di aprirti, tu ti apri: culo o fica. E accetti il mio membro in corpo senza fare un fiato. Se ti comando di succhiare, tu senza protestare apri la bocca e ti ci infili il mio uccello. Slingui, succhi, giochi e poi vai fino in fondo, mi lecchi a lungo palle e asta. Infine da brava troia anziana, avida e golosa di cazzo, mi fai sborrare nella tua gola. Devi ingoiare il mio seme: tutto e senza fiatare. Non scordare mai che dovrai farmi sempre provare il massimo del piacere, da brava schiava.
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Non tollererò una tua performance senza passione. Mi devi far capire in ogni momento che mi adori e che decisamente non puoi stare senza il mio cazzo. Devi ringraziarmi se ti do attenzione, se ti elargisco le mie carezze e se ti trovo sufficientemente attraente per i miei gusti di maschio molto schizzinoso. No: non ho tempo di stare a sentire le tue storie di casalinga frustrata e moglie repressa, da anni non più degnata di uno sguardo carico di libidine da parte di un marito spento.
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Non voglio sapere dei sacrifici che fai da anni, dei rospi che ti fa ingoiare tua suocera, dei figli difficili da gestire, delle difficoltà economiche. Da te voglio solo sesso. Tanto e coinvolgente. Solo dopo che avrò goduto a sufficienza, potrai aprire quella porta e tornartene a casa tua. Devi essere sempre pronta a toglierti slip e reggiseno con rapidità, quando vieni da me. Vesti comode, mi raccomando: sempre.
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Solo queste cose sono importanti. Non mi interessano i tuoi gusti in fatto di arte, musica, cinema o il fatto che tu malgrado tutto sia impegnata socialmente e faccia del bene a molte persone. Tutte cose lodevoli, per carità. Ma di te apprezzo solo i lavori di bocca, il culo, la fica e soprattutto le tue incredibili mammelle un po’ morbide. Che adoro letteralmente: faccio l’amore con te soprattutto per loro! Certo: poi adoro riempirti di sborra e sentire che ti piace prendere il mio cazzo in corpo. Corpo che comunque tu ti lavi, profuma sempre di ragù e spray per i vetri. Ti adoro.
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Oh, le tue tette, poi! Mi fanno impazzire, col loro odore, con quel benedetto sapore di casalinga trascurata, perciò vogliosa di membro maschile e le tue areole marrone scuro, grandi e un po’ slabbrate. E i capezzoloni larghi e alti… Mi ricordi madame Mireille, una donna separata di mezz’età da cui avevo affittato una stanza quando ero ragazzo e studiavo a Nantes. Una vecchia puttana francese che dopo tante mie velate proposte, subito diventate dichiarate insistenze verbali e infine dopo aver subito un mio vero e proprio assalto fisico, aveva finalmente ceduto e preso a godere del mio uccello sempre a caccia di fregna, perennemente duro e giovane.
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Dopo averlo provato la prima volta, ogni giorno non vedeva l’ora che tornassi a casa. Con lei mi intrattenevo piacevolmente, nelle altrimenti noiose serate invernali. Come iniziò, mi chiedi? Be’, Mireille era una persona pulita, una donna cattolica di sani principi. Integerrima ex segretaria d’azienda in pensione. Molto morigerata: solo casa, spesa e chiesa. Sin dal mio arrivo lei fu molto contenta di avermi attorno: arrotondava così la pensione e aveva finalmente qualcuno di cui prendersi cura e con cui scambiare due chiacchiere. Però io, perfido e sempre affamato di passera, l’avevo fatta immediatamente diventare piena di mille scrupoli.
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Arrossiva sempre, quando senza mezzi termini le dicevo che era una bella topa e che mi piaceva veramente tanto. Però, anche se sorridendo e gongolando tra sé mi diceva “smettila scemo”, da quando aveva in casa un giovane impegnato in qualche misura a dedicarle delle attenzioni di natura sessuale, prese comunque a truccarsi e curarsi molto di più. Odorava di pulito e usava un profumo di classe.
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La desideravo sempre più, malgrado l’enorme differenza d’età. Un pomeriggio in cui avevo proprio una voglia incredibile di svuotarmi dentro di lei e fuori nevicava da fine del mondo, le andai dietro, le bloccai la vita con un braccio, infilai direttamente la mano sotto la gonna e a seguire un dito nel culo. Era ora che si sbloccasse la situazione, tra noi due. E alle brutte al massimo avrei rimediato uno sberlone. Ero però sicuro che avrebbe ceduto immediatamente.
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Sentendo il suo culo improvvisamente violato, si fece rossa come un tizzone e sgranò gli occhi. Come osa questo sbarbatello… che non smetta mai, però: anzi… Per tre secondi rimase paralizzata e indecisa sul comportamento da tenere. Io, cattivissimo, insistevo a fotterla col dito medio infilato nel suo culo fino in fondo. Si decise e optò per godersela.
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In quel brevissimo lasso di tempo prese coscienza del fatto che non stava certo ringiovanendo e che un’occasione così unica forse gliela stava inviando il cielo. Un giovane italiano, bello, robusto e desideroso di infilarglielo ovunque. Che per giunta era sempre a disposizione e... bello duro che girava in casa sua!
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Poi mi disse che capì che era arrivato il momento che cedesse al suo segreto desiderio del mio corpo di ragazzo e che comunque si vive una volta sola. Quindi sentii chiaramente il suo ano rilassarsi, aprirsi alle mie altre due dita, che lesto le infilai dentro le chiappe insieme al medio per prepararla e vidi i suoi larghi e morbidi fianchi muoversi e ondeggiare, al ritmo delle vampate di un inatteso e dimenticato piacere che stava finalmente provando.
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Chiuse gli occhi e si chinò in avanti, appoggiandosi al tavolo da pranzo. Dopo un po’ tolse le mutandine, sollevò la gonna e tornò in posizione allargando le gambe. Inarcando la schiena, sollevò i fianchi, aprì completamente le natiche davanti ai miei occhi e disse solo: “va bene, te lo consento; ti voglio anche io, ragazzo. Sono pronta per te, però per favore fammi il servizio completo. Portami a godere. Saprò ricambiarti, vedrai.”
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La inculai con vigore, con spinte potenti e lei godette come non le succedeva da anni. Finalmente, dopo tanta astinenza e triste piacere solitario, lanciava grida soffocate di piacere nel sentire le spinte e i getti potenti di un uomo che le invadevano le viscere. La stantuffavo nel culo e lei assecondava con esperienza. Era veramente una troia insaziabile: ne voleva ancora e ancora. Una vera porca risvegliata dal torpore.
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Mi spompò già col culo: allargava l’ano arretrando sul mio inguine di continuo. Poi mi tratteneva dentro stringendo il buco del culo al massimo. Infine, dopo mezz’ora di frizione incessante nel suo ano che mi avevano arrossato il cazzo, volle anche farmi un pompino. Esausto, riuscii a farla calmare solo promettendole che avrei dormito con lei quella stessa notte e anche quando altro avesse voluto.
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Da quel momento in casa non me la potetti più scrollare di dosso. Di mattina, prima che andassi all’università, voleva sempre scopare. Era magicamente ringiovanita. Però non mi lamentavo: raddoppiò la razione di cibo giornaliera. Lo faceva per tenermi in ottima forma, carico di energia. Mi disse anche che sperava così di farmi produrre enormi quantità di sborra. Ambrosia d’uomo che prediligeva inghiottire. In massima parte la sorbiva con gran godimento ogni sera dopo cena sotto al tavolo.
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Infatti, mentre io ero ancora seduto a mangiare un frutto o il dolce, regolarmente e improvvisamente lei scompariva sotto la tovaglia e prendeva dal mio corpo quello che lei chiamava il suo digestivo preferito. Ecco perché mi piacciono le casalinghe frustrate e mature. No, il fatto che tu abbia sessant’anni suonati non è un ostacolo. Anzi: ti preferisco, perché sai esattamente come far godere un uomo. E apprezzi il sesso. Adesso più che a vent’anni. Lo capisco e lo sento chiaramente in te: perché ti sento vibrare di passione purissima quando ti scopo o t’entro nel culo. Vieni qui e succhiami, ora. Bevi tutto ciò che produrrò per te.
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RDA
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scogito · 4 months ago
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Il principio di adattamento è una delle più grandi manipolazioni di questo Sistema.
Venduto come una quasi forma di virtù, di capacità e di responsabilità naturale, è di fatto la rappresentanza della prospettiva peggiore in cui l'essere umano ripiega, svolgendo la sua vita dentro uno stato di privazione e di auto annientamento.
La storia che sopravvive colui che maggiormente si adatta all'ambiente serve al controllo, cioè a tenere più schiavi possibili adattati anche al peggio e convinti magari di essere brave persone.
Basta pensare ai tanti psicologi che si occupano di fare adattare una persona sana a quelle malate, invece di proporre l'alternativa individuale. A quanto venga inculcata l'idea di essere giusti quando la maggior parte delle persone la pensa come te, o tu la pensi come loro. Per non parlare del fatto che in tali dinamiche si annulla quasi completamente la forza di potere cambiare qualcosa, o di scoprire la propria vera identità.
Se qualcuno ti dice che l'adattamento è sinonimo di maturità, ragiona 100 volte prima di assecondare quello che ti chiede.
Attenzione a non confondere l'adattamento con il compromesso, quest'ultimo in una società simile è purtroppo talvolta necessario.
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greatmoonballoon · 3 months ago
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Le parole feriscono più di qualsiasi altra cosa. Dovremmo davvero fare attenzione a come le usiamo, con esse possiamo incoraggiare e sostenere ma possiamo anche ferire e uccidere senza pietà.
Non sappiamo mai quanto possano fare male certe parole perché non sappiamo cosa gli altri hanno passato, non sappiamo che impatto possano avere sulle loro vite.
Se non avete nulla di buono da dire allora state in silenzio!
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